Codice: 2024AR_US289
Perché leggere Petrarca oggi?
Area Umanistico-sociale: DISUM
Tutor universitario: LUCIANO CURRERI
Docenti: LUCIANO CURRERI
Sede di svolgimento:
Alessandria, Novara, Vercelli
Disponibili incontri presso la scuola, le sedi UPO
Descrizione:
una terza missione per conto dell'Università
Si evidenzieranno (a) il modo di vivere la solitudine non come anticamera di un isolamento narcisistico o di una nevrosi ma come approdo a uno stato d'animo in cui si riesce a far compagnia a sé stessi; (b) la forza con cui Petrarca ha saputo trattare il tema della morte e del lutto in seno a una comunità, quella del Trecento, colpita da pandemie, guerre, carestie e, in questo e non solo, molto simile alla nostra; (c) il fatto di non prospettare soltanto la solita «separazione degli amanti» e una anticipata e quasi conseguente «fenomenologia della morte» ma – per l’appunto – un piccolo elogio del lutto di sé stessi e una fenomenologia del sopravvivere che assomiglia a quella che ancora oggi, noi tutte e noi tutti, frequentiamo. Perché? Per poter assumere di nuovo il peccato di vivere senza la colpa, senza la condanna immediata di una morte comunque certa in questa esistenza, ovvero per accettare qui e ora, senza scappatoie, il tempo e lo spazio di una vita nell’assenza di coloro con cui avevamo stretto amicizie e animato passioni.
Si evidenzieranno (a) il modo di vivere la solitudine non come anticamera di un isolamento narcisistico o di una nevrosi ma come approdo a uno stato d'animo in cui si riesce a far compagnia a sé stessi; (b) la forza con cui Petrarca ha saputo trattare il tema della morte e del lutto in seno a una comunità, quella del Trecento, colpita da pandemie, guerre, carestie e, in questo e non solo, molto simile alla nostra; (c) il fatto di non prospettare soltanto la solita «separazione degli amanti» e una anticipata e quasi conseguente «fenomenologia della morte» ma – per l’appunto – un piccolo elogio del lutto di sé stessi e una fenomenologia del sopravvivere che assomiglia a quella che ancora oggi, noi tutte e noi tutti, frequentiamo. Perché? Per poter assumere di nuovo il peccato di vivere senza la colpa, senza la condanna immediata di una morte comunque certa in questa esistenza, ovvero per accettare qui e ora, senza scappatoie, il tempo e lo spazio di una vita nell’assenza di coloro con cui avevamo stretto amicizie e animato passioni.
Obiettivo del percorso formativo:
andare al di là della percezione di Petrarca (1304-1374) come 'stalker' e metterne in luce la modernità del pensiero attraverso un piccolo elogio del lutto di sé stessi a partire da una rilettura di «I’ vo pensando, et nel penser m’assale...», il testo, costellato di slanci diversi, che apre problematicamente la seconda parte del Canzoniere.
Prerequisiti richiesti dal percorso:
Nessun prerequisito richiesto dal percorso
Metodi e strumenti di lavoro utilizzati:
Lezione e dibattito
Manifesta interesse:
Fine manifestazione interesse il 30/06/2025
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Leggi la guidaModalità di erogazione:
in presenza
Durata dell'attività:
2 ore
Rivolto a:
Classi ammesse:
Scuola secondaria di primo grado:
I, II, III
Scuola secondaria di secondo grado:
I, II, III, IV, V
I, II, III
Scuola secondaria di secondo grado:
I, II, III, IV, V
Calendario dell'attività:
Da concordare con il docente
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